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La nuova legge per regolare la temperatura dell’aria condizionata negli uffici: regole, limiti e sanzioni

La nuova normativa per regolare la temperatura dell’aria condizionata nei luoghi di lavoro: cosa sapere tra soggetti coinvolti, limiti, regole e multe

condizionatore in ufficio

C’era un tempo in cui capitava di litigare tra colleghi sulla questione se accendere o meno il condizionatore, e soprattutto a che temperatura settarlo, viste le diverse percezioni (secondo un articolo di Nature, le donne soffrono il freddo più degli uomini).

Probabilmente da quest’anno registreremo un abbassamento dei malcontenti in ufficio, dato che c’è un limite oggettivo ai gradi che si possono impostare grazie alla cosiddetta “operazione termostato”. Vediamo di cosa si tratta.

Temperatura negli ambienti di lavoro: le nuove regole e gli obblighi da rispettare in estate e in inverno

Lo scorso primo maggio è partita “l’operazione termostato”: con questo termine si indica la serie di misure prese dal Governo per ridurre il consumo energetico in Italia. Presto, infatti, non saremo più in grado di compensare il taglio al gas russo, ecco perché è scattata la necessità di trovare fonti di energia alternative e, nel frattempo, di risparmiare sui consumi.

La restrizione più importante riguarda la regolazione del termostato: la temperatura negli uffici pubblici non potrà essere superiore ai 27° in estate e ai 19° in inverno. Sono previsti, però, due gradi di tolleranza: di fatto, il limite reale sarà di 25° e 21°.

Chi è soggetto alla nuova normativa sull’aria condizionata

La nuova normativa sull’aria condizionata si rivolge, per ora, solo alle pubbliche istituzioni. In particolare, saranno soggetti alla nuova normativa gli uffici della pubblica amministrazione, gli enti locali e le scuole.

Al momento, dal piano di austerity approvato dalla Camera, risultano esenti gli ospedali, le case di cura e le cliniche. Inoltre, anche i condizionatori dei privati cittadini non saranno sottoposti a limiti di temperatura.

Tuttavia, è bene tenere presente che, secondo i dati Istat del 2021, una famiglia italiana su due dispone di un condizionatore: una percentuale alta, che ha un suo impatto sull’ambiente. Di conseguenza, evitare di impostare temperature glaciali in estate ed equatoriali in inverno è sicuramente il primo passo che possiamo fare per diventare un po’ più eco-friendly.

La normativa, entrata in vigore lo scorso primo maggio, sarà valida fino al 31 marzo 2023.

Obiettivi, controlli e multe: cosa si rischia e perché vengono applicati questi limiti

Con le nuove regole introdotte dal decreto bollette il Governo si pone l’obiettivo di ridurre i consumi d’energia: solo per gli uffici pubblici, nella voce dei consumi, la climatizzazione corrisponde al 57% del totale. Da qui, la necessità di introdurre delle norme di razionamento e adottare una serie di controlli affinché sia effettivamente rispettato quanto predisposto.

Il Governo, per accertare la conformità alle restrizioni dei soggetti coinvolti, ha messo in campo una serie di strumenti di controllo.

  • Multe: le amministrazioni pubbliche che non rispettano i limiti di temperatura imposti rischiano una multa che va dai 500 fino ai 3 mila euro.
  • Organi di vigilanza: l’ispettorato del lavoro avrà il compito di verificare che i locali dei soggetti coinvolti abbiano correttamente impostato i limiti di temperatura.

Quest’ultimo punto, però, potrebbe essere l’aspetto più difficile da attuare. In Italia, infatti, contiamo quasi un milione di immobili pubblici: pur escludendo quelli non coinvolti dalla normativa, resta comunque un numero altissimo di soggetti da controllare e le risorse degli organi di vigilanza potrebbero non essere sufficienti per svolgere un sopralluogo capillare su tutto il territorio.

Infine, con l’applicazione di questi limiti, il Governo spera di prolungare la durata delle riserve energetiche disponibili, dato che ben 29 miliardi di metri cubi di gas provenivano dalla Russia (su un totale di 76 miliardi consumati, all’anno, in Italia).

Più in generale, questo ci permette di ottenere un risparmio tra i 2 e i 4 miliardi di metri cubi di gas.

 

La normativa è pensata per ridurre i consumi in ufficio, ma possiamo farlo anche nelle nostre abitazioni private. In questo articolo ti parliamo delle strategie per risparmiare energia elettrica anche in casa.

 

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