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Luca Mercalli e le conseguenze dei cambiamenti climatici.

Intervista a Luca Mercalli: cosa pensa il noto climatologo sui fenomeni eccezionali a cui stiamo assistendo? Il clima impazzito è conseguenza dei cambiamenti climatici?

 Luca Mercalli, meteorologo, divulgatore scientifico e climatologo, volto noto agli italiani per la sua partecipazione alla trasmissione televisiva Rai "Che tempo che fa"'In pochi giorni la pioggia di 3 mesi. Un’eccezionale ondata di maltempo ha colpito l’Italia, con danni incalcolabili al territorio, disagi, paura, ripercussioni economiche e vittime. La California in ginocchio per un incendio epocale. Effetti tragici dei cambiamenti climatici. Per approfondire l’argomento abbiamo incontrato Luca Mercalli, presidente della Società Meteorologica Italiana e divulgatore scientifico, volto noto agli italiani per la sua partecipazione a varie trasmissioni RAI, per la sua grande professionalità e per l’attenzione all’ambiente.

Signor Mercalli, i fatti di questi ultimi giorni parlano chiaro. Clima impazzito? Siamo ancora in tempo per salvare il pianeta?

Purtroppo no. Quanto si sta verificando sul nostro pianeta è la diretta conseguenza di 30 anni di tentennamenti e ora non ci rimane che limitarne i danni, cercando di non superare l’aumento di due gradi di temperatura terrestre entro la fine del secolo.

Per usare una metafora calzante, la nostra Terra sta male, è arrivata a 1 grado di surriscaldamento ed è come se avesse 38 di febbre. È sicuro che a breve arriverà a 39 gradi (2 gradi di surriscaldamento) e solo ed esclusivamente se corriamo da oggi seriamente ai ripari riusciremo a fare in modo che la sua febbre non aumenti ulteriormente. Se la situazione dovesse peggiorare raggiungeremmo 5 gradi di surriscaldamento. Una situazione disastrosa e irrecuperabile che penalizzerà i nostri figli e nipoti.

Come si muovono le politiche internazionali – e italiane – per supportarci nel tutelare l’ambiente?

Non agiscono abbastanza rapidamente. Tra un mese i leader mondiali si incontreranno in Polonia per la consueta conferenza sul clima. Ogni anno la burocrazia si rifà il maquillage sul tema ma si muove con una lentezza esasperata.

E intanto un grado di temperatura in più si percepisce in maniera più forte come quando hai una febbre a 40 piuttosto che a 37. Lo capisci quando stai già male ed è troppo tardi.

Quali misure adottare e come noi, tutti i giorni, possiamo contribuire a rispettare il nostro pianeta?

Dobbiamo puntare sulle energie rinnovabili, come il solare termico, il fotovoltaico, le biomasse, l’energia eolica, idroelettrica e geotermica, limitando i danni provocati dalla combustione fossile. Contemporaneamente è necessario lavorare sull’efficientamento energetico, attraverso lo sviluppo tecnologico – l’auto elettrica ne è un esempio -, la domotica, l’isolamento termico delle nostre abitazioni. Non ultimo l’impegno delle istituzioni nel fornire i cittadini di sgravi fiscali che premino i comportamenti virtuosi e nel munire le nostre città di infrastrutture, come le colonne per ricaricare le auto. È una scelta collettiva ma soprattutto personale, individuale. Sono io che scelgo di installare i pannelli solari. Sono io che opto di fare vacanze a km zero anziché prendere un aereo. Un atto di responsabilità che nasce spontaneo quando guardiamo negli occhi i nostri figli e pensiamo al loro futuro.

Lei si occupa in prima persona di divulgazione scientifica. Oltre al suo “Non c’è più tempo. Come reagire agli allarmi ambientali”, edito da Einaudi, è uscito per Electa “Uffa che caldo!”, dedicato ai più piccini. Quanto è importante informare le nuove generazioni?

Fondamentale, ma dobbiamo fare molta attenzione a non trasmettere loro responsabilità che sono invece nostre. Sono gli adulti che devono lavorare per un contenimento di un danno ormai conclamato e inequivocabile.

È ciò che ci consente di fare un quantitativo di cose mai viste nella storia dell’umanità, con un miglioramento della qualità della nostra vita e uno stato di comfort mai eguagliato nei secoli precedenti. Ciononostante, se l’energia viene dal petrolio e dal carbone ha i suoi effetti collaterali su clima e salute. Contenere le conseguenze dei cambiamenti climatici non è un orientamento retrogrado. È piuttosto un grande salto verso il futuro, che sposa innovazione tecnologica e cura intelligente del nostro pianeta.

Che cosa è per lei una bella atmosfera?

L’atmosfera che si respira quando una stagione è fedele a se stessa e al suo decorso, varia ma senza estremizzazioni.

 

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