Elena Levati: come ridurre lo spreco alimentare ed energetico in cucina
Finora di Elena Levati hai letto le ricette, ma chi c’è dietro la rubrica “Accendi l’appetito” del magazine di Accendi luce & gas?
Scoprilo leggendo l’intervista che abbiamo fatto alla nostra foodblogger.
Elena, perché hai chiamato il tuo blog “con un poco di zucchero”? C’entra forse Mary Poppins?
Sì, lei c’entra eccome! Volevo un nome che trasmettesse immediatamente l’idea di qualcosa di buono, di universalmente riconosciuto come buono, dai grandi ma anche dai bambini.
“Con un poco di zucchero” di Mary Poppins la conoscono tutti ed è esattamente quell’immagine immediata di bontà che mi serviva.
Da dove nasce l’idea di aprire un food blog in cui ha grande spazio la cucina del riciclo?
Dall’idea che lo spreco alimentare è un fatto che va superato sia per necessità che per umanità. Se avere il cibo è un diritto, usarlo al meglio è un dovere.
Fin da piccola sono stata cresciuta in un ambiente sensibile alle tematiche della cura dell’ambiente e del rispetto dell’altro e del mondo circostante. Sono cresciuta in una casa con orto e giardino, in una casa in cui l’autoproduzione ha sempre avuto un peso importante e in cui anche l’estro in cucina non è mai mancato.
Dai miei genitori ho imparato a non sprecare ciò che si ha a disposizione e, negli anni, ho assorbito questo concetto facendolo mio.
Ne sono uscita così, come sono oggi: una persona attenta al risparmio energetico, all’uso consapevole delle risorse, al riutilizzo di ciò che resta dalla cena del giorno prima e anche di ciò che generalmente (per pigrizia o falsa comodità) viene considerato uno scarto.
Oggi si cucina in maniera più attenta allo spreco energetico rispetto a una volta?
Io credo di sì: sia per ragioni di necessità evidenziate dalle recenti crisi economiche, sia per una maggiore diffusione di cultura e di informazione che ha reso sempre più noto e ingente il bisogno di tutela dell’ambiente e delle risorse.
I progressi tecnologici ci hanno anche aiutato moltissimo in questo, permettendoci oggi di avere a disposizione degli strumenti per cucinare in modo più attento e più rispettoso dell’ambiente.
Oggi inoltre i canali di comunicazione sono così sviluppati che in ogni casa e in ogni cucina può entrare con estrema facilità non solo l’idea della cucina a risparmio energetico o a basso consumo, ma anche direttamente la ricetta.
Seguire il suggerimento spetta solo a noi…
Alimentazione e ambiente: possiamo insegnare ai bambini che il rispetto dell’ambiente passa anche dalla tavola?
Certo che sì! Mia figlia Ludovica è abituata a mangiare tutto, tanto ora che ha 3 anni, quanto da piccolina, fin dallo svezzamento, avvenuto in modo naturale senza le classiche pappe pronte. Lei però (e questa è la cosa più divertente) è anche abituata a mangiare ogni giorno una cosa diversa: può sembrare poco praticabile o impegnativo, in realtà basta davvero solo un po’ di immaginazione per presentarle e rigirarle gli inevitabili avanzi del giorno prima sotto una forma differente.
La cosa più bella e più educativa è farlo insieme: si insegna ai bambini prima di tutto attraverso il nostro comportamento e, per tanto, se noi siamo rispettosi dell’ambiente e delle risorse (tra cui il cibo), se siamo favorevoli alla consapevolezza dei consumi e abbiamo un occhio di riguardo per il riciclo in cucina, anche loro lo assorbiranno e lo impareranno.
E quale modo migliore di insegnare ciò in cui noi crediamo se non attraverso la condivisione dell’esperienza diretta, magari nel gioco? Io e Ludovica cuciniamo spesso e volentieri insieme e in questo modo lei, per esperienza diretta appunto, impara a pensare come penso io, impara a vedere il mondo con il mio stesso occhio di riguardo, impara a rispettare il cibo e di conseguenza l’ambiente.
La nostra forza più grande credo sia stata il fatto di aver sempre reso partecipe Ludovica di ciò che stava mangiando, senza mascherare nulla, senza mai mentire, spiegandole invece ogni volta che ciò che aveva nel piatto era la tal cosa preparata nel tal modo.
E così lei ha imparato a volere e a volersi bene.