Intervista a Valentina Fiore, AD del Consorzio Libera Terra Mediterraneo.
Uniti per una società più libera e un’economia più giusta.
Libera Terra, oggi, raggruppa nove cooperative sociali agricole, riunite in un consorzio, anch’esso cooperativa sociale e senza scopo di lucro. Cooperative, nate per iniziativa di Libera attraverso bando pubblico, che gestiscono terreni e strutture confiscati alle mafie in Sicilia, Calabria, Puglia e Campania e che, una decina di anni fa, hanno deciso di metter a fattor comune le proprie attività agricole al fine di affrontare il mercato in maniera unitaria, efficace ed efficiente, creando un’organizzazione di collegamento e coordinamento qual è il Consorzio Libera Terra Mediterraneo Cooperativa Sociale ONLUS.
Un’iniziativa piena di energia positiva e in forte crescita che ha destato la nostra attenzione. Per saperne di più Accendi ha incontrato Valentina Fiore, amministratore delegato del Consorzio Libera Terra Mediterraneo.
Libera Terra vuole restituire dignità, valore e bellezza a territori stupendi ma difficili, attraverso il recupero sociale e produttivo dei beni liberati dalle mafie, la creazione di cooperative sociali economicamente sane, in grado di dare lavoro e creare indotto positivo e la realizzazione di prodotti ottimi, ottenuti con metodi rispettosi dell’ambiente e della persona.
In questo modo, Libera Terra vuole proporre un sistema economico virtuoso e sostenibile, basato sulla legalità, sulla giustizia sociale e sul mercato. Coltivare i terreni confiscati alla criminalità organizzata e realizzare prodotti biologici di qualità è diventato così, negli anni, lo strumento per stimolare percorsi di cambiamento sociale, economico e culturale nei territori in cui operano le cooperative Libera Terra, e non solo in quelli.
Che tipologie di attività gestite nel Consorzio e quali difficoltà incontrate?
Le 9 cooperative sociali Libera Terra gestiscono circa 1400 ettari di terreni confiscati e sequestrati che vengono coltivati per ottenere materie prime agricole biologiche di alta qualità poi affidate al Consorzio Libera Terra Mediterraneo per ottenere prodotti agroalimentari e vini di eccellenza a marchio di Libera Terra. Tutte le cooperative Libera Terra sono agricole e sociali di tipo B, per cui la loro mission è anche quella di offrire opportunità lavorative a soggetti svantaggiati.
La nostra identità non vuole essere straordinarietà. Il nostro primo obiettivo è dimostrare che la nostra attività è del tutto normale. Da questo punto di vista viviamo le difficoltà di tutte le aziende agricole che vogliono lavorare con serietà e professionalità, a cui si aggiungono tutti gli aspetti specifici della gestione dei beni confiscati. I beni che gestiscono le cooperative rimangono proprietà pubbliche, quindi beni comuni di interesse collettivo, e non sono pochi gli investimenti che le cooperative vi realizzano per migliorarli e utilizzarli nel migliore dei modi a beneficio del territorio e delle proprie attività. Anche in questo sta il senso importante del riuso a fini sociali dei beni liberati dalle mafie: la professionalità, l’impegno e la qualità dei servizi e dei prodotti che offriamo sono le leve che ci permettono di valorizzare patrimonio di interesse collettivo.
Quale è il segreto di Libera Terra?
Pensiamo di aver raggiunto importanti e soddisfacenti risultati. I prodotti sono distribuiti in tutta Italia e anche all’estero, diventando cosi veicolo della nostra storia e dei nostri valori. Sono circa 170 i lavoratori ogni anno direttamente coinvolti nelle cooperative e nel consorzio e importante è l’indotto creato in tutte le fasi della filiera produttiva. Il vero segreto è stata la piena sinergia che si è riusciti a creare. Libera Terra è oggi uno dei migliori esempi di collaborazione pubblico/privato sociale che esiste nel panorama italiano. E come privato sociale si vuole intendere non solo le cooperative sociali direttamente coinvolte nella gestione dei beni confiscati, ma la società civile coordinata dall’associazione Libera, il movimento cooperativo e le tante cooperative, Coop in primis, che hanno deciso, semplicemente svolgendo il loro lavoro, di incentivare la crescita di queste esperienze e di farle conoscere dando loro anche l’opportunità di maturare non solo in termini quantitativi ma anche qualitativi.
Fondamentale per noi è sempre il ruolo di quanti, semplici cittadini, decidono di acquistare i nostri prodotti premiando la loro qualità permettendoci di continuare a radicare la nostra mission nei territori dove operano le nostre cooperative.
A noi il compito di renderli sempre più buoni e dal giusto rapporto qualità/prezzo, a loro la scelta di premiarci sempre più acquistandoli, rafforzando le cooperative che hanno l’ambizione di valorizzare territori e persone creando alternative di normalità economica e sociale in contesti difficili.
Quanta energia serve per lavorare in una delle cooperative Libera Terra?
In realtà Libera Terra è un progetto che genera energia. Un’energia che ha l’obiettivo di rinnovare e migliorare i territori dove operano le cooperative. Un’energia capace di creare alternative ad un sistema frutto di negatività all’insegna della positività del diritto, del lavoro e della giustizia sociale. Un’energia della normalità, che ha l’ambizione di valorizzare i territori e le migliori risorse umane che su di essi operano. Chi lavora per Libera Terra deve essere conduttore di questa energia, grazie alla sua professionalità e competenza la deve rendere circolare e non la deve mai disperdere. Libera Terra è una realtà che si è dimostrata capace di far crescere professionalmente quanti vi collaborano in termini di capacità e competenze, al servizio del rilancio economico e sociale del territorio in cui operiamo.
Quali sono i nuovi sfidanti obiettivi del Consorzio Libera Terra Mediterraneo per il 2019?
Lavoriamo sempre per incrementare la coerenza tra le nostre attività e la nostra identità. Questo per noi si traduce nella ricerca di tecniche, strumenti e materiali ambientalmente compatibili, nel miglioramento qualitativo dei nostri prodotti, nel potenziamento delle relazioni e delle opportunità di lavoro con altre realtà del terzo settore che condividono l’idea dell’impresa come strumento per l’ottenimento di vantaggi collettivi, nell’offerta di lavoro a chi è meno fortunato.
Ma la nostra sfida principale alla fine rimane sempre la stessa: difendere lo strumento del riuso sociale dei beni confiscati dimostrando concretamente, con il nostro operato quotidiano, quanto sia importante e potenzialmente potente lo strumento e quanto sia necessario difenderlo e valorizzarlo.
Accendi inizia un nuovo percorso insieme a Libera Terra. Vuoi parlarci dei progetti pilota lanciati in Sicilia?
Fondamentale per la crescita di Libera Terra, sin dai suoi inizi, è stato il rapporto con la Cooperazione di Consumo. Sin dalla nascita del progetto ha accompagnato la nostra crescita imprenditoriale, limitandosi a non essere un mero distributore ma fornendo anche competenze e professionalità. Il rapporto è stato sinergico, non finalizzato al mero supporto, ma a stimolare in modo costante l’assunzione di responsabilità da parte delle nostre cooperative sotto il profilo imprenditoriale. Non a caso il nostro primo prodotto, la pasta, nel lontano 2002 fu commercializzato grazie a Coop Adriatica, oggi Coop Alleanza 3.0. Pian piano è stato possibile anche creare occasioni di collaborazione con altri soggetti del mondo Coop che, ognuno con la sua specificità e le sue competenze, ha permesso di attivare uno scambio che ci auguriamo proficuo e reciprocamente soddisfacente. Con Accendi abbiamo iniziato a capire insieme come poter sviluppare sinergie e metterci a disposizione a partire dalla conoscenza dei territori in cui si trovano le cooperative di Libera Terra. Ci sono diverse progettualità in campo che svilupperemo insieme nei prossimi mesi… Stay tuned!