Compiti per le vacanze estive: le proposte alternative di presidi e docenti.
È giusto assegnare i compiti per le vacanze estive?
Compiti delle vacanze: motore per tenere la mente sempre accesa o fardello che toglie energia a ragazzi e ragazze? La questione è da sempre molto dibattuta.
Secondo l’indagine PIRLS1, che analizza le competenze di lettura degli alunni di quarta elementare a livello internazionale, gli studenti a cui vengono assegnati meno compiti a casa ottengono voti migliori rispetto ai loro coetanei più carichi.
L’attuale Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Marco Bussetti ha auspicato, sia in occasione della pausa natalizia che della chiusura estiva, un’assegnazione moderata dei compiti da parte degli insegnanti, per lasciare spazio ad altri svaghi altrettanto formativi.
Tralasciando la questione della mole di lavoro, oggi vogliamo puntare l’attenzione su quei casi in cui i compiti affibbiati sono stati molto alternativi rispetto ai più tradizionali esercizi di italiano e matematica.
Compiti alternativi per le vacanze estive: una docente dice no agli smartphone.
“Staccarti dallo smartphone almeno per un giorno”.
Comincia così l’elenco dei 23 compiti per le vacanze estive dati da una docente di lettere del Liceo Artistico Policarpo Petrocchi di Pistoia.
Che continua con alcune richieste speciali, come quella di:
- superare l’orgoglio e riappacificarsi con un vecchio amico;
- andare in un museo, a una sagra, al cinema e a un concerto;
- passare una notte a guardare le stelle in cielo, in silenzio;
- preferire una conversazione di persona a una chat;
- cantare a squarciagola la propria canzone preferita ogni volta che si può;
- piangere se si è tristi, per poi lavarsi il viso e ripartire;
- mangiare un gelato;
- collaborare nelle faccende domestiche;
- volersi bene sempre, perché, comunque sia andato l’anno scolastico, è stato un anno di crescita.
Oltre a questi ci sono anche compiti più classici come quello di leggere, ma l’approccio utilizzato è quello di farli percepire non come un dovere ma come una coccola da concedersi.
La docente ha dichiarato che l’idea di queste attività è nata dall’osservazione quotidiana dei suoi studenti, giovani ricchi interiormente, ma privi di fiducia in loro stessi.
Quello che faccio lo faccio per i miei alunni a cui devo l’energia che mi fa amare questo lavoro così precario.2
Pulire le spiagge: ecco un altro stravagante compito assegnato da un preside.
Segue la stessa linea di pensiero la circolare di Andrea Bortolotti, Preside di un istituto comprensivo di Settimo Milanese, che esordisce con un “riposatevi e divertitevi”.
Nei vari punti trovano spazio anche impegni importanti, come il compito di pulire un tratto di spiaggia, di prato o bosco. D’altronde, dato che l’educazione ambientale dovrebbe diventare materia scolastica, perché non portarsi già avanti con la pratica?
Infine, anche in questo caso, il preside invita a dimenticarsi spesso dello smartphone. Dietro questo consiglio c’è un episodio in particolare:
Un nostro studente ha mostrato le quattromila notifiche apparse sul cellulare che aveva spento nei tre giorni di viaggio con la scuola. A me pare che il tempo dei ragazzi sia molto occupato da una socialità virtuale, o troppo organizzato, fra corsi e attività. C’è una povertà di esperienze spontanee e autonome.3
Giocare a bridge per ripassare più materie in un’unica mano.
La proposta della Federazione Italiana Gioco Bridge appare come una provocazione, ma ha un fondo di verità: sfruttare l’estate per fare laboratori di bridge, anziché risolvere vecchi problemi di aritmetica. In questo modo ci si allena a fare i conti mentalmente, divertendosi.
Insegno bridge in un liceo scientifico perché sviluppa le competenze dell’asse matematico, la logica e la capacità di analizzare velocemente una situazione e dedurre la migliore strategia”
ha dichiarato a Il Sole 24 Ore una professoressa di Milano4.
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