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COP29: un nuovo capitolo per il futuro del clima

COP29: il vertice internazionale sui cambiamenti climatici si terrà a Baku, in Azerbaigian, dall'11 al 22 novembre 2024.

La 29esima Conferenza delle Parti (COP29), che si terrà a Baku dal 11 al 22 novembre 2024, rappresenta un nuovo capitolo per le negoziazioni sul cambiamento climatico.

Svolgendosi in Azerbaigian, questa conferenza arriva in un contesto geopolitico delicato, segnato da instabilità globale e conflitti energetici. L’evento, organizzato nell’ambito della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, radunerà leader e rappresentanti di oltre 200 nazioni, uniti dall’obiettivo comune di limitare l’aumento della temperatura globale e affrontare l’emergenza climatica.

Cop29

Cos’è e dove si svolge la conferenza COP29

La COP29, o Conferenza delle Parti, è l’ultima di una serie di conferenze annuali sui cambiamenti climatici organizzate nell’ambito della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC).

“COP” sta appunto per “Conference of Parties” ed è l’incontro formale tra i Paesi che aderiscono alla convenzione, ad oggi 197 nazioni più l’Unione Europea, una partecipazione pressoché universale. Fin dalla prima COP, che si è tenuta nel 1995 a Berlino, l’obiettivo centrale di questi incontri è stato quello di trovare strategie condivise per affrontare il cambiamento climatico. Ogni conferenza COP rappresenta un’occasione unica per misurare il progresso e stabilire nuovi obiettivi.

Quest’anno, l’evento si svolge a Baku, capitale dell’Azerbaigian e paese ricco di risorse petrolifere, che si trova a gestire il ruolo di ospite per una conferenza focalizzata sulla transizione verso fonti energetiche sostenibili. Questa scelta, seppur criticata per le politiche energetiche del Paese, apre la strada a una discussione globale su come i paesi produttori di combustibili fossili possano comunque contribuire e veicolare il cambiamento​

Quali sono gli obiettivi prefissati per la COP29

Gli obiettivi della COP29 sono ambiziosi e si concentrano su cinque aspetti fondamentali per fronteggiare la crisi climatica in maniera concreta e coordinata.

  1. Nuovo obiettivo di finanziamento per il clima
    Il tema centrale di COP29 è il raggiungimento di un nuovo obiettivo collettivo sul finanziamento climatico, denominato New Collective Quantified Goal (NCQG), che a partire dal 2025 sostituirà l’attuale promessa di 100 miliardi di dollari all’anno per supportare i paesi più vulnerabili, già previsto dall’Accordo di Parigi, ma che ha incontrato difficoltà nei contributi. L’intento, quindi, non è solo aumentare il sostegno finanziario, con un’ipotesi che punta a mobilitare fino a 1.000 miliardi di dollari all’anno per sostenere i Paesi in via di sviluppo, ma anche semplificare l’accesso a questi fondi, favorendo i progetti climatici locali, soprattutto nelle aree più esposte ai rischi ambientali.
  2. Implementazione dell’Articolo 6 dell’Accordo di Parigi
    La COP29 mira a definire norme e meccanismi operativi per i mercati internazionali del carbonio, con l’obiettivo di facilitare scambi di carbonio più efficaci. Tuttavia, questioni tecniche e politiche, come la definizione di “carbon removal” e la gestione delle risorse, rimangono punti di divergenza tra i Paesi.
  3. Aggiornamento dei Contributi Determinati a Livello Nazionale (NDC)
    La conferenza sarà anche un’opportunità per i Paesi di rafforzare i propri impegni nazionali, allineando le proprie azioni all’obiettivo di mantenere il riscaldamento globale sotto 1,5°C. Resta incerto se tutte le nazioni siano disposte a potenziare i propri NDC, nonostante l’urgenza di un intervento in merito (in questo documento del Servizio Studi Dipartimento Ambiente della Camera dei Deputati è possibile approfondire l’impegno dell’Italia).
  4. Fondo per perdite e danni
    Una priorità sarà rendere operativo il fondo per perdite e danni, istituito alla COP27, e destinato ai Paesi più vulnerabili agli impatti climatici. Definire i meccanismi di accesso a questi fondi è essenziale per supportare le nazioni che subiscono le conseguenze più gravi del cambiamento climatico.
  5. Strategie di adattamento per i Paesi in via di sviluppo
    L’adattamento rappresenta un altro tema chiave, con la finalità di rafforzare il supporto per le iniziative di adattamento nei PVS e sviluppare metriche per monitorare i progressi. L’obiettivo è allineare queste strategie nazionali al nuovo Obiettivo Globale sull’Adattamento che riguarda la creazione di un sistema più trasparente per il monitoraggio delle emissioni globali. La conferenza sarà così l’occasione per discutere di protocolli e strumenti per migliorare la raccolta dati e la tracciabilità degli impegni presi dai Paesi membri, in modo da consentire una verifica più precisa dei progressi. L’idea è garantire che ogni Paese possa essere responsabile e verificabile, rafforzando la fiducia e la collaborazione internazionale per il clima.

L’adattamento climatico tra sfide e opportunità

Gli obiettivi ambiziosi della COP29 si scontrano con sfide rilevanti, che evidenziano la complessità di raggiungere soluzioni efficaci in un contesto geopolitico globale sempre più mutevole e frammentato.

Una delle sfide più significative è proprio la variabilità nelle politiche climatiche tra i principali attori internazionali. In particolare, gli Stati Uniti, che con le recenti elezioni presidenziali potrebbero modificare radicalmente il loro impegno climatico, introducono un ulteriore elemento di incertezza nelle negoziazioni. I cambiamenti nella leadership statunitense potrebbero influenzare non solo l’impegno economico, ma anche la volontà di altre nazioni a seguire l’accordo di Parigi, rendendo difficile una convergenza duratura su obiettivi a lungo termine.

Nonostante queste complessità, la COP29 rappresenta anche un’opportunità unica per incentivare la cooperazione e aumentare il flusso di fondi destinati all’adattamento climatico. Rafforzare le misure di adattamento è essenziale per aiutare i Paesi più vulnerabili a fronteggiare l’impatto del cambiamento climatico. Nuove iniziative, come la “Baku Global Climate Transparency Platform,” mirano proprio a migliorare la trasparenza delle politiche climatiche nazionali, un passo significativo per responsabilizzare le nazioni e monitorare in modo più accurato il loro contributo agli obiettivi globali.

Se la COP29 riuscirà a gettare le basi per standard più chiari e universali in tema di sostenibilità, sarà ricordata come un punto di svolta. Il rafforzamento della collaborazione internazionale e la mobilitazione di nuove risorse potrebbero infatti inaugurare un futuro più resiliente e sostenibile, rendendo l’adattamento climatico una realtà concreta e accessibile anche per i Paesi più colpiti dagli effetti del riscaldamento globale.

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