Inquinamento acustico: cos’è, come difendersi e come ridurlo in casa
Fermati un attimo e mettiti in ascolto: attorno a te c’è davvero assoluto silenzio?
Probabilmente avrai sentito almeno il rombo di una macchina passare sulla strada, o il suono di un elettrodomestico dalla casa vicina. Ma quando questo rumore di fondo diventa troppo e possiamo parlare di inquinamento acustico?
Cos’è l’inquinamento acustico: definizione ed esempi
Secondo la definizione, possiamo parlare di inquinamento acustico quando il soggetto è esposto a un rumore con un’intensità tale da provocargli fastidio e danni a livello psicofisico tali da comprometterne la salute. Ad esempio, i suoni emessi dai mezzi nel traffico cittadino o dagli avventori di un locale notturno possono considerarsi tra le tipologie particolarmente irritanti.
Infatti, tra le fonti principali di rumore troviamo:
- traffico stradale, aereo e ferroviario;
- attività industriali e cantieri;
- fenomeni atmosferici, come tuoni e forti temporali;
- apparecchi e abitudini domestiche, come ascoltare musica e tv a un volume troppo alto.
Le conseguenze dell’inquinamento acustico tra salute e ambiente
Meglio non sottovalutare le conseguenze che l’inquinamento acustico può avere sulla salute e sull’ambiente: secondo quanto riportato dall’EEA, l’Agenzia Europea dell’Ambiente, ben il 20% dei cittadini europei è costantemente esposto a delle fonti sonore che si rivelano nocive per il benessere. Non solo: si registra che ben 12 mila bambini ogni anno, in Europa, manifestano difficoltà nella lettura a causa della sovraesposizione al rumore derivato dal traffico aereo.1
In generale, i danni che si registrano a livello psicofisico sono diversi: l’apparato uditivo rischia di essere compromesso, con problemi legati all’udito e alla difficoltà di percepire i suoni in maniera nitida. Inoltre, anche il resto del corpo può presentare sintomi quali stress, depressione, ansia, aumento della pressione arteriosa e difficoltà nel prendere sonno.
Infine, questo tipo di inquinamento ha degli effetti diretti anche sull’ambiente e sulla fauna che popola un determinato ecosistema: ad esempio, alcuni animali rimangono traumatizzati a causa di un rumore improvviso (come i fuochi d’artificio) o faticano a comunicare tra i loro simili.
La normativa sull’inquinamento acustico
Nel tentativo di limitare il fastidio prodotto dalle sorgenti rumorose si sono definite delle norme. In Italia, la Legge quadro 447/95 individua i principi essenziali al fine di tutelare l’ambiente dall’inquinamento acustico e determina il cosiddetto “piano di zonizzazione acustica” con cui si stilano i livelli sonori ammessi per ognuna delle aree individuate.
In generale, si tengono come punto di riferimento i seguenti limiti:
- durante il giorno la soglia di rumore non deve superare il valore massimo di 65 decibel.
- durante la notte, invece, il massimo consentito scende a 55 decibel.
Il consiglio, però, è quello di mantenersi all’interno di un valore compreso tra i 35 e i 45 decibel.
Inquinamento acustico domestico: consigli per ridurlo
Phon, aspirapolvere, stereo & co. sono tutti elettrodomestici che contribuiscono a generare una serie di rumori molesti in casa, a cui, però, è possibile porre rimedio grazie all’applicazione di alcuni consigli.
Ad esempio:
- Installare pannelli fonoassorbenti e finestre con i doppi vetri per ripararsi dai rumori esterni.
- Ricorrere alle piante, che tra i vari benefici hanno anche quello di assorbire i suoni e garantire un maggior benessere all’interno dell’ambiente domestico.
- Aggiungere tappetti, tende e cuscini nelle stanze di casa.
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