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Smaltimento dell’olio esausto di frittura: dove buttarlo e perché smaltirlo correttamente

L’olio esausto in cucina è un rifiuto altamente dannoso per l’ambiente. Scopri come smaltirlo correttamente o come riutilizzarlo dopo la frittura.

olio esausto da smaltire

Stiamo per toccare un tasto dolente, ovvero quello del lato B del fritto, dove “B” non sta per “buono”, ma per “buttare” l’olio di fine cottura. Ecco come farlo correttamente, senza danni all’ambiente.

Come smaltire l’olio di frittura esausto

Come immaginiamo saprai, l’olio vegetale e di frittura, una volta che è stato usato in cucina, non è più riutilizzabile e diventa “esausto”, cioè privo delle sue proprietà organolettiche.

L’olio esausto non è solo altamente nocivo se disperso nell’ambiente, ma viene scartato anche in grosse quantità: si stima che in un anno, in Italia, vengano prodotte 280 mila tonnellate di olio di scarto, per lo più derivante dalla frittura dei cibi.

Questo non significa che dobbiamo smettere di mangiare olive ascolane, mozzarelle in carrozza, arancine (o arancini?) e altre prelibatezze; semplicemente, dobbiamo imparare a smaltire correttamente questo rifiuto. Ecco come fare:

  • Fai raffreddare l’olio e attendi che raggiunga la temperatura ambiente.
  • Travasalo negli appositi contenitori, che puoi richiedere al tuo comune di residenza. In mancanza di questi, puoi sempre ricorrere a un contenitore di plastica adeguatamente pulito, asciutto e chiuso ermeticamente.
  • Una volta raccolto, avrai a disposizione diverse soluzioni per smaltirlo nel modo giusto: potrai consegnare i contenitori all’isola ecologica o al punto di raccolta più vicino. In alternativa, nelle grandi città, è possibile consegnare l’olio esausto anche ai supermercati e ai benzinai aderenti.

Riciclo dell’olio esausto: idee per il riutilizzo

L’olio esausto, al contrario di quanto si possa pensare, non è un rifiuto organico né tantomeno biodegradabile. Tuttavia, può essere riutilizzato e riciclato in vari modi.

Nel riciclo casalingo può essere utilizzato come ingrediente per creare candele o, addirittura, per realizzare del sapone vegetale per il bucato e la pulizia della casa. Inoltre, con l’arrivo della bella stagione si presta a diventare un ottimo insetticida.

A livello industriale, invece, grazie a un processo di “rigenerazione”, l’olio viene riutilizzato per produrre biodiesel, tensioattivi e prodotti per l’edilizia.

Quanto inquina l’olio esausto e perché smaltirlo correttamente

Dicevamo, l’olio vegetale di scarto non è un rifiuto biodegradabile, anzi, è altamente dannoso e inquinante per gli ecosistemi naturali. Ecco alcuni effetti:

  • Compromette la salute degli ecosistemi marini: l’olio disperso crea una spessa pellicola in superficie che impedisce ai raggi solari di filtrare, alterando la fauna e la flora presenti.
  • È dannoso anche per il sottosuolo: forma uno strato impermeabile che impedisce a piante e vegetali di assorbire le sostanze nutritive necessarie.
  • Anche le falde acquifere e i pozzi possono essere seriamente inquinati; è sufficiente un litro di olio esausto per contaminare e rendere non potabile un milione di litri d’acqua.
  • Infine, la sua dispersione scorretta nell’ambiente determina un aumento dei costi di manutenzione delle reti fognarie e degli impianti di depurazione, poiché rischia di intasare le tubature e avvelenare le acque.

Per questo non dobbiamo mai buttare l’olio nello scarico del lavandino o del water.

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