Smaltimento pannelli fotovoltaici: cosa c’è da sapere su procedure e normative
L’energia solare sta sempre più cambiando il modo in cui utilizziamo l’elettricità. Tuttavia, dietro questa rivoluzione energetica si cela una questione altrettanto importante: cosa ne sarà dei pannelli fotovoltaici una volta giunti al termine della loro vita utile?
I pannelli solari hanno una vita media di circa 25 anni e, sebbene in Italia la maggior parte degli impianti sia stata installata negli ultimi quindici anni, è proprio ora il momento ideale per cominciare a informarsi e pianificare lo smaltimento.
Se hai un impianto fotovoltaico ed è arrivato il momento di sostituirlo o di disfartene, quindi, è importante conoscere qual è il processo corretto per lo smaltimento dei pannelli solari.
Come smaltire i pannelli fotovoltaici: cosa fare e dove smaltirli?
I pannelli fotovoltaici sono composti principalmente da materiali riciclabili, come vetro e alluminio. Grazie a processi di smaltimento specializzati, questi materiali possono essere recuperati e riutilizzati, con un tasso di riciclo che raggiunge il 95%.
La prima cosa da fare per avviare il processo di smaltimento è determinare la categoria di appartenenza dei pannelli. Nello specifico, i pannelli fotovoltaici rientrano nella categoria dei Rifiuti di Apparecchi Elettrici ed Elettronici (RAEE), precisamente nel raggruppamento n°4 (R4). La classificazione è importante, perché influisce sulle modalità e sui costi dello smaltimento.
Altre informazioni preliminari da includere sono: la potenza nominale dell’impianto, la data dell’installazione e gli eventuali incentivi statali ricevuti. La potenza è il fattore che determina la categoria di appartenenza e, di conseguenza, quella che è la procedura di smaltimento da seguire per il proprio impianto fotovoltaico.
- Se l’impianto ha una potenza nominale inferiore ai 10 kW, si tratta di un impianto domestico. In questo caso, il proprietario è responsabile dello smaltimento e può portare i pannelli presso un Centro di Raccolta dei RAEE, (trovando la sede più vicina sul sito ufficiale del Centro di Coordinamento).
- Nel caso di un impianto professionale con potenza superiore ai 10 kW, invece, lo smaltimento dei pannelli fotovoltaici in Italia è regolato dalla normativa RAEE/2014, la quale stabilisce che i pannelli fotovoltaici non più funzionanti vanno consegnati presso un Impianto di Trattamento Autorizzato iscritto al Centro di Coordinamento RAEE.
Qual è la normativa sullo smaltimento dei pannelli fotovoltaici?
In Italia, il quadro normativo relativo allo smaltimento dei pannelli solari si basa sul Decreto Legislativo 49/2014, che disciplina la gestione e lo smaltimento dei rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE). Gli impianti fotovoltaici a fine vita sono inseriti nel raggruppamento R4 dei RAEE
La responsabilità nel processo di smaltimento dei pannelli fotovoltaici è regolata dal Decreto Legislativo n. 152 del 2006. Secondo l’art. 188 di questo decreto, produttori e detentori dei rifiuti (che siano imprese, enti o privati) devono occuparsi personalmente del loro trattamento o consegnarli a soggetti autorizzati che effettuano operazioni di smaltimento. La responsabilità per il trattamento dei rifiuti rimane sempre in capo al produttore iniziale o al detentore per l’intera catena di trattamento, anche se i rifiuti vengono trasferiti ad altri soggetti per operazioni preliminari di trattamento.
È vietato l’abbandono e il deposito incontrollato di rifiuti sul suolo e nelle acque superficiali e sotterranee, in conformità con l’art. 192 del d.lgs 152/2006. Questa normativa sottolinea l’importanza di prevenire l’inquinamento e di garantire una gestione responsabile dei rifiuti.
Tutte le disposizioni riguardanti lo smaltimento dei pannelli fotovoltaici sono dettagliatamente definite nelle “Istruzioni Operative per la gestione del fine vita dei pannelli fotovoltaici degli impianti incentivati in Conto Energia”, elaborate dal GSE per fornire un quadro chiaro e preciso sulle procedure da seguire per il corretto trattamento dei pannelli solari giunti a fine vita.
A chi ci si può rivolgere per lo smaltire il fotovoltaico?
Abbiamo detto fin qui che lo smaltimento dei pannelli fotovoltaici è un dovere che ricade sul proprietario dell’impianto solare.
E benché sia possibile portare il materiale gratuitamente presso un centro di raccolta autorizzato, è indubbio che per i più questo possa risultare impegnativo da gestire personalmente e in autonomia.
Ecco perché esistono aziende specializzate che offrono un servizio completo nello smaltimento dei pannelli fotovoltaici. Dal ritiro gratuito al trattamento dei moduli, l’obiettivo è quello di svolgere un servizio professionale nel rispetto delle normative e delle disposizioni GSE e riuscire così recuperare correttamente la maggior parte delle materie prime per un corretto riciclaggio.
Quanto costa lo smaltimento di un impianto fotovoltaico?
Dopo aver fatto un investimento significativo scegliendo di sfruttare l’energia solare, è corretto considerare anche l’eventuale prezzo di smaltimento dei pannelli fotovoltaici.
Le variabili dipendono dalla potenza degli impianti e dalla data di installazione, ma – in linea generale – il processo di dismissione non comporta costi che gravano sull’utilizzatore finale.
Le 3 casistiche principali sono:
- Per i moduli di impianti con una potenza inferiore a 10 kWp, la dismissione è completamente gratuita.
- Per moduli con una potenza superiore a 10 kWp:
– se installati dopo il 12 aprile 2014, le spese di smaltimento sono a carico del produttore
– se installati prima del 12 aprile 2014, gli oneri di smaltimento ricadono sul proprietario dell’impianto - Per gli impianti incentivati, il costo dello smaltimento è finanziato tramite una cauzione di 10 euro a modulo trattenuta dal GSE fino al momento della dismissione e restituita al momento dello smaltimento.
Qual è la durata media di vita dei pannelli fotovoltaici?
La durata dei pannelli fotovoltaici è sicuramente uno dei vantaggi più significativi di questo innovativo sistema di generazione di energia. Con una vita utile media di circa 25 anni, i pannelli solari superano in longevità molte altre fonti di energia alternativa, tra cui – per esempio – gli impianti solari termici che solitamente possono durare circa 15 anni.
Questa lunga durata consente agli impianti fotovoltaici di ripagarsi nel tempo, sia dal punto di vista economico che ambientale, contribuendo così concretamente a un futuro energetico più sostenibile e diventando un’opzione vantaggiosa in termini di ritorno di investimento.
Sono diversi i fattori che influenzano la durata e il corretto funzionamento dei pannelli solari nel tempo. Innanzitutto, la mancanza di componenti meccaniche all’interno dei pannelli riduce l’usura giornaliera media. Il processo di trasmissione dell’energia elettrica attraverso materiali come il silicio, che porta a un minimo degrado dei materiali, con una riduzione annua del potenziale di produzione di energia che si attesta anche al di sotto dell’1%.
Anche le condizioni ambientali e l’area geografica in cui si trova l’impianto ha la sua importanza. In zone ad alto livello di inquinamento atmosferico, le particelle sottili presenti nell’aria possono depositarsi sui pannelli, compromettendo l’impianto. Così come in zone costiere, la salinità dell’aria può causare corrosione dei pannelli nel lungo termine. E, per finire, temperature troppo elevate vanno a intaccare la qualità dei moduli.
Infine, la manutenzione ordinaria è fondamentale per preservare i pannelli. La sporcizia che si accumula sui moduli fotovoltaici, infatti, non solo diminuisce l’efficienza del sistema, ma può anche ridurne la sua vita.
Quali sono i pro e i contro dei pannelli fotovoltaici?
I pannelli fotovoltaici suscitano tanto interesse nel panorama dell’energia rinnovabile, perché sono una fonte realmente pulita ed efficiente di elettricità. Eppure, una domanda frequente riguarda l’inquinamento derivante da questa tecnologia.
I pannelli fotovoltaici inquinano?
Rispetto alle fonti di energia tradizionali, come il carbone o il petrolio, i pannelli fotovoltaici non bruciano combustibili fossili e non emettono gas serra o sostanze inquinanti durante il loro funzionamento. Inoltre, non generano rumore o inquinamento acustico, rendendoli una scelta ideale per l’ambiente e la salute umana.
Se vogliamo parlare dell’inquinamento derivante dai pannelli fotovoltaici, quindi, questo può verificarsi solo durante il processo di produzione e smaltimento. E questo dipende essenzialmente dal tipo di materiale impiegato nella costruzione dell’impianto.Il cadmio, in particolare, è noto per essere tossico e inquinante, sollevando preoccupazioni riguardo alla sicurezza ambientale e alla salute. Tuttavia, quello utilizzato nei pannelli fotovoltaici non è nella sua forma pura, ma è combinato con altri elementi (tellururo di cadmio), il che lo rende meno tossico e più stabile chimicamente.
Pertanto, se utilizzato in forma sicura e correttamente gestito durante il processo di smaltimento, il fotovoltaico non rappresenta un rischio significativo per l’ambiente o la salute pubblica.
Come funziona il riciclaggio dei pannelli fotovoltaici?
Il recupero dei pannelli fotovoltaici è il passo finale per una gestione sostenibile di questa tecnologia. Oggi, è possibile recuperare la maggior parte dei materiali contenuti nei pannelli, riducendo significativamente l’impatto ambientale e promuovendo l’efficienza delle risorse impiegate nella produzione.
Un pannello fotovoltaico medio, con un peso di circa 22 kg, può essere smontato e riciclato per recuperare una varietà di materiali, tra cui: vetro, silicio, alluminio e altre materie prime che possono essere riutilizzate in diversi settori industriali.
Il processo di riciclaggio dei pannelli solari è suddiviso in diverse fasi:
- identificare e selezionare i pannelli che possono essere ancora utilizzati o riciclati
- smontare i pannelli vengono per separare i diversi componenti
- estrarre le materie prime e prepararle per il riciclo attraverso trattamenti specifici
A questo punto, le materie prime recuperate vengono destinate a nuova vita e impiegate in vari settori, dall’edilizia alla produzione di materiali isolanti e in tantissimi altri processi industriali.
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