Wabi sabi: l’arte giapponese dell’imperfezione e della semplicità
Una crepa su una teiera, il legno di una vecchia porta, il muschio verde su una roccia, un paesaggio nebbioso, una tazza distorta o il riflesso della luna su uno stagno. In Giappone, il Wabi sabi è impercettibile, ma è ovunque.
Il Wabi sabi è una filosofia giapponese che, provando a semplificare la complessità di una cultura profondamente radicata, celebra l’arte dell’imperfezione, della semplicità e della bellezza intrinseca nell’usura del tempo.
È molto più di un’idea estetica; è una prospettiva, un sentimento personale che può migliorare la vita quotidiana in modi sorprendenti.
Cos’è la filosofia del Wabi sabi?
侘寂: la parola Wabi sabi è composta da due termini giapponesi distinti:
- Wabi(侘) rappresenta la semplicità, l’austerità e la tranquillità. È la bellezza che si trova nelle cose modeste e nella natura incontaminata.
- Sabi(寂) è, invece, la bellezza che deriva dall’usura del tempo e dall’esperienza. Rappresenta l’aspetto delle cose che è migliorato con il passare degli anni.
Questi concetti si fondono e compongono il significato della filosofia del Wabi sabi, che invita a vedere la bellezza nelle imperfezioni e nell’effimero, abbracciando la transitorietà e l’asimmetria della vita.
Associata a paesaggi, oggetti e persino persone, l’idea del Wabi sabi può essere descritta come l’apprezzamento verso un tipo di bellezza destinata a scomparire o, addirittura, una contemplazione effimera di qualcosa che diventa più bello solo con l’invecchiamento, lo sbiadimento, capace di donare un fascino tutto nuovo.
Il Wabi sabi nell’arte giapponese
L’arte giapponese è stata profondamente influenzata dalla sensibilità del Wabi sabi.
In letteratura, lo ritroviamo in alcuni tipi di haiku, un’arte ancestrale intrisa di filosofia Zen. L’haiku tradizionale è una forma di poesia codificata che permette di esprimere la bellezza istantanea di una scena ed è quindi appropriata per esprimere il sentimento del Wabi sabi.
Le ceramiche, come le celebri tazze da tè Raku, sono altri esempi calzanti di questa estetica, dove le imperfezioni e le crepe diventano parte integrante del loro fascino e della loro storia. Il Kintsugi è un’antica tecnica giapponese che consiste nel riparare le zone di rottura con lacca mista, o spolverata, con polvere d’oro. Quest’arte dà una seconda possibilità a ciotole, tazze o vasi, che vengono impreziositi grazie a un lavoro meticoloso di recupero.
Anche un singolo fiore in un vaso incarna perfettamente il concetto di Wabi sabi. L’armonia tra asimmetria, profondità e spazio delle forme naturali, tipico dell’ikebana, esalta la bellezza di una composizione floreale pura.
Nella pittura giapponese, infine, il Wabi sabi è evidente nei dipinti sumi-e, dove la delicatezza degli inchiostri e la scelta di soggetti come alberi solitari o rocce suggeriscono l’idea di impermanenza.
Come il Wabi sabi può migliorare la vita quotidiana: alcuni consigli
La traduzione di Wabi sabi è sempre difficile, perché si tratta più di un sentimento che si ritrova nell’estetica classica giapponese: composizioni floreali, letteratura, filosofia, poesia, cerimonia del tè, giardini Zen, e così via.
Il concetto di Wabi sabi va contro il consumo eccessivo contemporaneo e incoraggia invece la semplicità e l’autenticità in ogni cosa.
Per questo motivo il Wabi sabi offre preziose lezioni di vita. In un mondo dominato dalla perfezione e dalla frenesia, questa filosofia invita a guardare il mondo secondo nuove prospettive e priorità.
- Semplicità: Riduci l’ingombro nella tua vita, concentrandoti sulle cose essenziali.
- Apprezzamento: Impara ad apprezzare le piccole gioie quotidiane e la bellezza dell’effimero.
- Accettazione: Abbraccia le tue imperfezioni e quelle degli altri come parte naturale dell’esistenza.
- Pace: Trova la tranquillità nel momento presente anziché cercare la perfezione nel futuro.
Il Wabi sabi dell’interior design
Per chi ama uno stile di arredamento pulito, minimale e dai colori neutri, l’approccio Wabi sabi all’interior design dà quel tocco semplice ma armonioso e autentico che fa la differenza.
Materiali naturali, tonalità neutre e oggetti, purché siano pochi, che portano con sé una storia, basta davvero poco per dare personalità agli spazi seguendo questa antica filosofia. Girando per mercatini, laboratori artigianali o negozi di antiquariato non sarà difficile trovare qualche perla come piatti antichi o, meglio ancora, con qualche scheggiatura perfetti per decorare le pareti, ma anche attrezzi da lavoro dall’aspetto vissuto, ceramiche dai contorni irregolari, vasi di vetro soffiato con forme asimmetriche e naturali, e persino elementi rustici e grezzi.
Così, mentre la bellezza dell’imperfezione si manifesta, l’armonia con l’ambiente circostante diventa sempre più importante per evitare che il disordine prenda il sopravvento.
I top 5 libri sul Wabi sabi
Un buon punto di partenza per avvicinarsi al Wabi sabi da diverse angolazioni, scoprendo profonde intuizioni su come abbracciare questa filosofia nella vita di tutti i giorni, è la lettura di alcuni dei tanti libri scritti sull’argomento.
- “Wabi sabi per Artisti, Designer, Poeti e Filosofi” di Leonard Koren
Leonard Koren è un architetto americano che ha teorizzato l’estetica Wabi sabi e ha contribuito a diffondere questa percezione al di fuori del Giappone. Nel suo libro affronta la distinzione tra la forma e lo spirito del Wabi sabi.In Giappone, dunque, impedire l’estinzione di un universo di bellezza non significa soltanto preservare, anche se con un grave ritardo, determinati oggetti o edifici, ma soprattutto mantenere viva un’idea estetica in tutte le sue espressioni.
- “Wabi sabi. La bellezza della vita imperfetta. La via giapponese per essere felici” di Selene Calloni Williams
Nel libro l’autrice ci accompagna in un percorso di cambiamento seguendo proprio i principi dello stile di vita Wabi sabi, grazie alla forza della calma, alla semplicità, all’umiltà, all’essenzialità, all’amore. - “Wabi sabi: Scoprire nell’imperfezione la bellezza delle cose” di Tomás Navarro
Tomás Navarro parte dalla sua esperienza personale e dall’esperienza ventennale come psicologo clinico, per proporre un metodo che indaga in profondità come funziona la motivazione e aiuta a trasformare i propositi in realtà. - “Wabi sabi. La bellezza delle cose imperfette” di Valentina Pangallo
Questo è un romanzo che racconta la storia di Ryuu, un uomo imperfetto che vive nella città di Edo del periodo Tokugawa e rischia di lasciarsi affogare nei rimpianti e nella solitudine, ma è alla ricerca della pace. - “Wabi sabi. La via giapponese a una vita perfettamente imperfetta” di Beth Kempton
Una guida per vivere una vita autentica ispirata al Wabi sabi giapponese, per sperimentare il mondo vivendolo da dentro, invece di giudicarlo rimanendo ai margini e lasciare che la strategia ceda il posto alla sensibilità.
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